Alieni in vacanza by Clete Barrett Smith

Alieni in vacanza by Clete Barrett Smith

autore:Clete Barrett Smith
La lingua: it
Format: mobi, azw3, epub
editore: Salani Editore
pubblicato: 2013-11-06T23:00:00+00:00


CAPITOLO QUINDICI

Non ricordo il tragitto di ritorno al bed & breakfast. Ero troppo impegnato a decidere di cosa dovevo preoccuparmi di più: la possibile vendetta dei tre ragazzi, le minacce dello sceriffo Tate, o perdere l’unica amica che mi ero fatto in quel paese? C’erano così tante cose che erano andate storte, che non avevo abbastanza emozioni per tutte. Mi sentivo semplicemente stordito. E poi c’era il problema di cosa dire a mia nonna: aveva gestito il suo bed & breakfast in tranquillità e in perfetta segretezza per quarant’anni, e io ero riuscito a incasinare tutto nel giro di poche settimane.

Tuttavia i miei piedi trovarono da soli la strada di casa, e quasi di colpo mi trovai a salire i gradini dell’Intergalactic Bed & Breakfast, con il signor Harnox alle calcagna.

«Percepisci il senso di vuoto che c’è dentro di te?» mi chiese.

Cosa? Mi stava per caso leggendo nel pensiero? La gente del suo pianeta era in grado di fare una cosa del genere?

«Sì» risposi senza pensarci.

Santo cielo, stavo per raccontare i miei segreti a un alieno? Poteva davvero...

«Anche io percepisco il senso di vuoto dentro di me». Il signor Harnox si batté una mano sulla pancia. «Il senso di stomaco vuoto che segnala la necessità del pasto di metà giornata».

Ah, tutto qui?

«Sono andato a fare la spesa ieri: sul bancone in cucina ci sono una montagna di stagnola e un po’ di bottiglie di candeggina».

Lui approvò con un cenno del capo.

«Questa volta le ho preso la confezione famiglia».

L’alieno fece un gran sorriso. Se non altro, ero riuscito a far felice almeno una persona.

Aprii la porta d’ingresso e il signor Harnox mi superò, dirigendosi verso la cucina. Mi guardai attorno e notai che nella sala comune stava crescendo una giungla, ma continuai a camminare come se niente fosse. Forse anch’io mi stavo abituando alla stranezza di quel posto.

Guardando meglio, mi resi conto che erano solo due alieni enormi che faticavano a trovare posto in quella stanza. Il soffitto del bed & breakfast era alto più o meno quanto un canestro da basket, e gli alieni lo sfioravano con la testa; o meglio, non esattamente con la testa, ma con delle escrescenze verdi e larghe, simili a foglie di palma, che spuntavano loro dal cranio. Forse erano antenne. Avevano corpi tubolari e marroni, con ombreggiature verdi e gialle. A completare il loro aspetto arboreo c’erano lunghe gambe e lunghe braccia, ciascuna terminante in dozzine di appendici simili a rami.

Dopo averli fissati per qualche istante, notai che, sebbene toccassero il soffitto, erano seduti con le ginocchia rannicchiate contro il petto e la schiena ingobbita: probabilmente in piedi sarebbero stati più alti dell’intero edificio. Anche se sembravano occupare da soli tutta la sala, mia nonna era riuscita a liberare un po’ di spazio davanti a loro e stava lì in piedi a fissarli.

Poi si mise a braccia conserte e scosse la testa. «Sono davvero desolata. Qui tentiamo di accogliere ogni tipo di turista, ma stavolta credo che non sia proprio possibile».

«Ma la Guida Turistica



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